MODELLI ANATOMICI IN CERA
Storia dei Modelli anatomici in cera
La ceroplastica anatomica fiorì soprattutto con le scuole di Bologna e Firenze, le cui opere si diffusero non solo in Italia. Così nacquero i modelli anatomici in cera.
In questo articolo abbiamo parlato dei modelli anatomici moderni, qui invece tratteremo l’evoluzione storica dei modelli anatomici, analizzando i preparati anatomici in cera
Inizialmente, l’arte di modellare la cera non ebbe origine da esigenze utilitaristiche, ma nacque per motivi estetici, dal desiderio di imitare la natura.
Fino all’Ottocento, la cera ha avuto una grande importanza: economica e facile da reperire, venne utilizzata sia nelle arti figurative che per la realizzazione di immagini a vari scopi come quelli ludici, per riprodurre il volto dei defunti.
Già al tempo dei Romani era usanza conservare i ritratti degli antenati nell’atrio delle case, disposti ordinatamente dentro nicchie delle pareti. Questi volti di cera bianca, la cui superficie veniva colorata in un secondo tempo, accompagnavano i funerali in modo che, accanto ad ogni nuovo defunto, fosse sempre presente la folla dei familiari vissuti prima di lui e venivano incoronate di fiori e alloro in occasione di un matrimonio, una nascita o una festività. La possibilità di farsi eseguire dei ritratti apparteneva solo ai ricchi, ma nelle case di qualsiasi ceto sociale erano presenti statuette in cera di soggetti allegorici o di divinità.
Sin dall’antichità la cera fu usata – oltre che per la scultura in bronzo e gli usi familiari – anche per realizzare modelli anatomici in cera di organi malati o sani. Nelle necropoli della Campania e in quelle degli Etruschi sono venuti alla luce interi depositi di questi modelli (di solito in terracotta per i poveri e in argento per i ricchi), ma sappiamo da testimonianze scritte che si usava anche farli in cera.
Il diffuso utilizzo della cera si spiega con la relativa facilità di lavorazione e con la fedeltà ai particolari che essa permette: la cera si può plasmare, colorare aggiungendo pigmenti all’impasto quando è fuso, così come dipingere dopo la solidificazione; si può variare a piacimento il grado di durezza, di trasparenza, di lucentezza e si possono applicare prodotti organici come peli, capelli, denti, unghie. Grazie a queste caratteristiche, verso il Cinquecento e cioè quando l’arte della ceroplastica è al culmine, la cera viene considerata materiale artistico per eccellenza.
La possibilità di eseguire figure straordinariamente somiglianti fece sì che inizialmente la fortuna dell’arte della cera fosse legata alla ritrattistica e alle effigi funerarie. Dal 1300 in poi il cadavere sarà sottratto alla vista durante le cerimonie funebri ed è anche per questo motivo che (nei funerali di personaggi illustri) sarà introdotta l’immagine di cera per sostituire il defunto. Il calco per la maschera funeraria veniva preso direttamente dal volto del cadavere per ottenere una somiglianza perfetta.
I modelli anatomici in cera nacquero quindi dall’esigenza di permettere, soprattutto ai futuri medici, lo studio del corpo umano attraverso l’osservazione diretta delle sue varie e complesse parti. Gli studi anatomici continuarono a svilupparsi soprattutto nel Rinascimento sia in campo medico che artistico, coinvolgendo anche personaggi della levatura di Leonardo, Michelangelo o Raffaello, che in molti casi collaborarono strettamente con importanti anatomisti e dei quali sono rimasti scritti e disegni splendidi. Luoghi frequentati allo scopo erano naturalmente gli ospedali, in particolare a Firenze l’Arcispedale di S. Maria Nuova dove si facevano frequenti dissezioni su cadavere, malgrado i Granduchi della Famiglia Medici non incoraggiassero tali pratiche.
Nel 1500, dopo che lo studio dell’anatomia cominciò a diventare più scientifico, si sentì il bisogno di diffondere queste conoscenze al pubblico in maniera più approfondita. Si sperimentarono sistemi per preparare parti anatomiche che durassero nel tempo e non si deteriorassero velocemente per permetterne l’osservazione ed uno studio più approfondito.
Verso la fine del 1600 comparvero i primi modelli anatomici in cera colorata molto rispondenti alla realtà, divenendo presto una valida alternativa ai preparati umani disseccati. Essi nacquero grazie alla collaborazione tra Gaetano Giulio Zumbo, ceroplasta siciliano, con un chirurgo francese Guillaume Desnoues: Zumbo, abilissimo modellatore, dopo aver lavorato a Firenze con Cosimo III de’Medici, sentì il bisogno di perfezionarsi come ceroplasta mediante approfondimento degli studi anatomici, si recò a Bologna nella cui Università era molto rinomata la scuola di anatomia umana. Successivamente si spostò a Genova dove conobbe Desnoues con cui iniziò a collaborare per realizzare preparati anatomici in cera colorata da esporre e vendere.
In seguito ad una famosa lite, avvenuta nel 1700, i due si separarono e, dopo la morte di Zumbo, Desnoues fece di tutto per apparire come l’ideatore e l’inventore della tecnica dei preparati anatomici in cera.
In ogni caso è da attribuire a Zumbo il grande merito di essere stato il primo a realizzare questi preparati in cera colorata, talmente perfetti e particolareggiati da offrire, per la prima volta, una valida alternativa alla dissezione sul cadavere.
La collaborazione tra il grande ceroplasta siciliano e il chirurgo francese durò poco tempo ma gli ottimi risultati ottenuti faranno in modo che durante i secoli successivi l’uso di preparati umani disseccati verrà in gran parte abbandonato, mentre sorgeranno vere e proprie scuole di ceroplastica presso le Università scientifiche.
Quindi grazie a Zumbo, la storia della ceroplastica anatomica si evolve e si espande dall’Italia, si afferma in Francia per poi proseguire fino all’Inghilterra.
Nel corso del 1700 i preparati anatomici in cera colorata interessarono tutta l’Europa.
Oltre per la rappresentazione dell’anatomia umana normale, la ceroplastica è servita per illustrare branche mediche ben più circoscritte come ad esempio l’ostetricia.
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